Sovrappeso: Una Condizione Medica Misconosciuta o un Problema di Colpa?
Plus size. colpa tua! Naturalmente un titolo puramente provocatorio per andare a riflettere su una idea profondamente radicata in ognuno di noi, ma che forse richiede un approfondimento personale. Perché conoscersi rende migliori!
Quando in una qualunque situazione giornaliera veniamo a contatto con una persona in sovrappeso, in automatico si creano in noi una serie di idee e preconcetti che portano costantemente al giudizio. Ognuno di noi si sente in dovere di esprimere il suo pensiero a volte in modo silenzioso e introspettivo, altre volte in modo verbale ed esplicito. La domanda che oggi vogliamo quindi porci é: perché? Come mai per questa condizione ci poniamo come giudici che emanano sentenza e non lo facciamo per situazioni altrettanto complesse ma similari.
Spieghiamoci meglio, se vediamo una foto di una ragazza con problemi alimentari legati all’anoressia o guardiamo un video di modelle che sfilano in passerella per l’alta moda, siamo pronti a provare compassione e sentimenti di difesa e protezione. In questo caso consideriamo le persone succubi di un problema sociale o psicologico più grande di loro o legato ad un ambiente che sfrutta tale condizione. Al contrario appena vediamo una donna con un fisico fuori dai canoni, sventagliamo il nostro miglior repertorio accusatorio. Il “plus size. Colpa tua!” inizia subito: non sai mangiare, non ti muovi, ti ingozzi , potresti fare qualcosa di diverso ma non lo fai, non ti sai controllare e quindi se stai così è colpa tua, te lo sei voluto. Cominciate a notare la differenza? E non a caso abbiamo parlato di donna, perché con gli uomini siamo più accondiscendenti. E quindi la domanda che vogliamo porci è: perché all’una non si danno le stesse corrette attenuanti e comprensione che si concedono all’altra?
Nascita del preconcetto contro il plus size
Questi preconcetti contro le figure plus size nascono spontanei in noi il che ci fa comprendere che dipendono fortemente dai nostri stereotipi culturali. Ma cosa vuol dire ciò? Significa che i messaggi che ci circondano ogni giorno, ci portano a credere verità distorte. Come condiviso dalla stessa Fondazione Veronesi cerchiamo di comprendere meglio quali sono i messaggi che condizionano la nostra risposta emotiva:
- Una errata visione estremamente semplicistica della risoluzione del problema. Crediamo veramente che il problema sia facilmente risolvibile mangiando meno senza minimamente valutare altri e più complessi risvolti delle situazioni.
- Un mercato fiorente di prodotti e servizi legati al dimagrimento e al mangiar sano, che ancor più ci convincono che esistono tante semplici soluzioni per risolvere il problema e che quindi non lo si vuole affrontare. Un vero e proprio marketing del kilo che ingurgita anche la comprensione.
- Foto e video sui social di persone che mangiano di tutto e ridono facendo ballare pance, fanno credere che tutto vada bene. Si diffonde una caricatura delle persone rafforzando la convinzione che il problema principale sia pigrizia e indolenza creando un mirino verso attacchi di body shaming.
Il Ruolo della Società nel Giudizio e l’Autoaccettazione
Ora comprendiamo meglio quale sia il ruolo della società in tutto ciò? Come veniamo condizionati dai messaggi che ci bombardano ogni giorno? arriviamo a pensare in modo automatico anche ciò che non crediamo. Ma dopo aver preso in considerazione cosa succede in chi guarda, ci fermiamo mai a riflettere a cosa succede in chi è guardato?
Uno sguardo accusatorio che ti descrive come indolente nulla facente e pigro col tempo diventa un masso che ti schiaccia e se tenti di alzare la testa il peso si allarga e appesantisce. All’indolenza si aggiungono altre tipologie di offese e il rischio è che col tempo si comincia a crederci, ci si convince che sia la verità che non si è capaci e che non se ne uscirà mai. Per non parlare di realtà che diventano oggettivamente più complesse per una persona con un problema importate di sovrappeso che tenderà anche a non curarsi per non sentirsi giudicata. E’ confermato da alcuni studi che entra in atto da parte di chi guarda una vera e propria deumanizzazione della persona plus size. Inconsciamente la persona in sovrappeso non la consideriamo quasi più umana con emozioni e sentimenti ma diventa un bersaglio verso cui lanciare dardi gentilmente forniti dalla nostra società.
Accettare: Rompere gli Stereotipi sulla Taglia
L’approfondimenti di certe dinamiche le lasciamo affrontare alle persone competenti che possono fornire un grande supporto e sostegno, ma anche tutti noi insieme possiamo fare la nostra parte. Semplicemente dando comprensione, cercando di capire che più spesso di quanto pensiamo dietro a ciò che vediamo c’è molto di più e purtroppo quasi sempre è presente un bagaglio difficile fatto di sofferenza, traumi, tristezza e solitudine.
Quindi si può cominciare a lavare la nostra mente con l’acqua della condivisione e il sapone della comprensione, per poi supportare un percorso corretto che porti prima di tutto, non alla perdita del peso, ma alla illuminazione di un buio interiore. Condividere e non accusare porta alla rottura di certi stereotipi difficili da scalfire in noi e negli altri. Certi muri si distruggono solo con l’esempio e con l’azione, non bastano le parole, bisogna insegnare alle generazioni future che il vero potere è nella comprensione e non nell’ esteriorità e si insegna agendo e non commentando, sensibilizzando e non ridendo, parlando e non evitando. Forse scriviamo qualcosa di scontato, ma a volte ribadire l’ovvio lo riporta sotto gli occhi che ormai non lo notano più.
Social media contro il plus size
Non vorremmo per ora addentrarci troppo anche in questo ambito ma è doveroso soffermarci a considerare come i social media siano in prima linea relativamente a questo problema. I commenti diventano ancora più aspri quando il viso non è esposto, si giudica con maggiore superficialità e maggiore cattiveria e affrontare certe problematiche diventa ancora più difficile, aumentando inoltre il disagio e la solitudine di chi si trova dall’altra parte del monitor. La solitudine è sempre un triste alleato che può condurre alla disperazione. Evitando gli altri e tutte le fonti di possibile disagio, ci si vergogna di se e non solo di come si è, ma addirittura di chi si è.
La Salute Come Priorità: Consigli per Scegliere la Biancheria Intima Comoda ed Efficace
Ci sembra doveroso però anche dire che concetti di body positivity e inclusività non si sposano comunque con il concetto di approvare il sovrappeso come stile di vita. Come l’anoressia e tanti altri disturbi legati alle dipendenze, sono disagi da supportare e che si possono superare per tornare a vivere una vita piena e consapevole, liberi di amarsi e di essere se stessi. Il sovrappeso è origine di tanti problemi fisici, diventa quindi importante capire che spronare, colpevolizzare e impaurire non vuol dire motivare ma anche che comprensione e supporto non vuol dire complicità.
Plus size e Moda: da dove cominciamo
Tornando al nostro mondo vediamo come la moda e la biancheria intima possono diventare un aiuto di autoaccettazione. Anche se in sovrappeso, vedersi bene e sentirsi a proprio agio con un indumento indossato aiuta ad accettarsi per come si è, come punto di partenza per trovare la forza e raggiungere il proprio obiettivo di diventare chi si vorrebbe essere.
Iniziamo quindi con qualche consiglio per imparare a valorizzare i punti di forza e nascondere i punti deboli giocando con le prospettive (cit. fashionblog.it – IODonna.it )
- Consiglio primario: Vesti la tua taglia, banditi i concetti: “è stretto ma prima o poi mi entrerà” o “e’ largo ma è meglio cosi non si vede“. Partiamo dalla consapevolezza che ognuno ha una sua taglia ben precisa che ci piaccia o no.
- Giacca over con jeans dritti. La strategia è coprire i fianchi
- Tailleur e body attillato sottogiacca. Formale per lavorare ma sempre con eleganza in ogni occasione.
- Cappotto o trench lungo con pantaloni dritti ampi
- Evitate i leggings, divieto per l’oversize, ma anche per l’aderente.
- Per la sera via libera ad un bell’abito lungo svasato verso il basso
- Evitare maglie corte, gonne corte a pieghe, pantaloni a vita bassa, ma soprattutto evitate le tute sportive se non siete in palestra, non coprono nulla e non scoprono nulla.
- Must have, scarpe con un tacco, che sfinano la gamba. Bandite ballerine e le infradito basse che tagliano e allargano. Benissimo uno stivale
- Confidare nei punti di forza: valorizzare un bel viso, il taglio giusto per un bel decolté o la gonna adatta per gambe slanciate. Scegliere giacche o camicie che arrivino leggermente sotto i fianchi e al contrario pantaloni dritti e larghi a vita alta. In alternativa abiti che si allargano verso il basso o stile impero
- Per un seno importante è fondamentale una biancheria intima che offra il sostegno e il comfort adatto che sappia valorizzarvi. Un reggiseno con ferretto e sostegno adeguato facendosi consigliare per la taglia corretta. Spesso si pensa di saper scegliere ma l’aiuto di un professionista del settore può aprire un mondo. E in ultimo, basta colori pastello e prodotti basici, osate con qualcosa di decorato a colori vivi che vi diano quel tocco di brio in più.
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